
“Futuro passato“, il nuovo singolo di Fabio Poli, in uscita venerdì 28 marzo, è un brano fatto di domande.
Non una canzone d’amore in senso classico, ma una canzone su ciò che resta dopo l’amore.
Un ossimoro che gioca su un’apparente contraddizione, suggerendo un tempo sospeso, un’illusione di possibilità ormai trascorse o un destino che non si è mai realizzato.
Di fatto è un confronto tra due versioni della stessa persona: quella che sognava il futuro e quella che oggi si ritrova a fare i conti con ciò che è andato perso.
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“C’è qualcosa di ironico nel fatto che passiamo la vita a fare scelte credendo di costruire un futuro, e poi ci ritroviamo a guardare indietro chiedendoci come sarebbe stato se avessimo scelto diversamente”.
“Il futuro che passa ‘distrattamente su di noi’ racchiude l’idea di un tempo che scorre senza avvisare, di incontri sfiorati, di possibilità che si incrociano per un attimo ma che, per un dettaglio o per distrazione, sfuggono via. È quel senso di incertezza e casualità con cui le persone entrano e escono dalla nostra vita, lasciando tracce leggere, a volte impercettibili, come se fossero solo una parentesi in una storia con un grande incipit ma che non si è mai scritta davvero.”

“A un certo punto della vita diventa inevitabile fare dei bilanci. Nel frattempo in cui aspetto che il mio, non dico vada in positivo, ma sia perlomeno una dignitosa bancarotta, sono affascinano da quelli degli altri, il modo in cui ognuno cerca di stare al mondo con le proprie cicatrici, le proprie vittorie apparenti e le sconfitte silenziose. È questo il vero tema della canzone: non tanto il passato in sé, ma il modo in cui ognuno di noi impara a conviverci.”
“Quali sono le cose che ti ricorderai?” è la domanda chiave della canzone. Chiede se, tra tutto, qualcosa resterà. Se ci sarà un giorno in cui, per sbaglio, il passato tornerà a farsi vivo.
“L’ho scritta per chi si è ritrovato a stringere qualcuno sapendo che era l’ultima volta.“
“C’è una notte, nella canzone, in cui si sente che tutto sta per finire. Si stringe l’altra persona con più forza, cercando di fermare il tempo. Ma il futuro incombe comunque.”

“Il ‘destino di ricambio’ è chiaramente una bugia che uno si racconta. Una proposta di matrimonio accettata per paura di dire di no.Chi non segue il cuore spesso si ritrova con un “destino di ricambio”, qualcosa che non era nei piani ma che si è accettato per necessità.”
Un brano pop rock dal sapore vagamente country, quasi sussurrato, come se fosse un dialogo interiore, che poi esplode nell’inciso con chitarre elettriche e voci che si rincorrono su domande esistenziali. Composto interamente dallo stesso Poli, che ha suonato anche le chitarre acustiche, arrangiato da Paolo Zambon autore di un nostalgico assolo di chitarra elettrica, vede la partecipazione di Riccardo Bortolotto al basso. Mixato al Franz. Suono di Padova e masterizzato al Groove Sound Design di Bologna.

Il videoclip, per la regia di Sara Banzato, alterna immagini attuali in cui l’artista si pone direttamente faccia a faccia con lo spettatore, a vecchi video consumati dal tempo in un continuo confronto tra una gioventù sognante ed un cinico presente.